Di Vez
Foto di Stefano Giovannini
AL 47 febbraio 2000

È stato così per tutti e tre! Io, Esa e Polare abbiamo per molti anni condiviso gioie, entusiasmi, rabbia e dolore, in questo nostro viaggio, comunemente chiamato Hip Hop, insieme abbiamo lavorato sino al ’97, il momento in cui per ognuno di noi credo sia iniziato qualcosa di nuovo. Loro due si sono trasferiti a Milano, io, con Vigor, sono rimasto a Varese…la Sede ora non esiste più, ma il nostro viaggio continua… 

Vez: “Molti là fuori si chiedono da quando sei diventato Il Presidente, forse sono anche un po’ preoccupati dal tono minaccioso che un nome simile può avere, dobbiamo preoccuparci?”

Esa: “Ah sì, la roba del Presidente è una stronzata nata qualche anno fa quando giravo spesso con Fritz e Bean, era il periodo in cui magari Polare restava a casa, tu e Vigor non avevate testa per uscire la sera insieme, stavamo ultimando il disco (“Dalla Sede” 1997, ndr) e contemporaneamente Fritz registrava con te il suo primo album, io ero diventato una specie di guida spirituale. Si era creato quel classico gioco di ruoli tra chi si sta avvicinando ad una cosa e chi per mille motivi rappresenta un po’ l’esperto più anziano. La gente nuova che si avvicina, con il fatto di avere molte più curiosità e nuova energia, molto spesso ti mette di fronte a questioni e quesiti irrisolti portandoti così a rivedere o a ripensare alle tue posizioni; ti ritrovi con dei seguaci e nello stesso tempo dei critici attenti ad ogni tua mossa. Non c’è un cazzo da fare, tra le diverse generazioni di coloro i quali praticano l’Hip Hop si crea sempre un minimo di scontro e confronto. Così ridendo e scherzando, visto anche che me la sfoggiavo un pochettino da espertone, sono diventato “Il Presidente”. E’ però un titolo relativo solamente al concetto di “Gente Guasta” come posse: sono il “Presidente” del mio click. Al limite, visto che spesso molte persone mi avvicinano per darmi consensi ritrovando in me quel germe folle che caratterizza un po’ tutti gli appassionati dell’Hip Hop in Italia e mi manifestano la loro stima, il nome sta ad alimentare quella specie di alone che il rapper di solito è abituato ad imbastire intorno alla sua figura.”

Vez: “Un nome che alimenta il fascino, soddisfa l’ego classico di ogni mc, tra l’altro il restyling del nome di Polare in Polaroide non confermerebbe infatti le tue presunte manie di grandezza.”

Esa: “Esatto, è l’upgrade di Polare. C’è il nome della marca di fotografie e il trip di Polare per le robe giapponesi, dei robot; Polaroide-droide insomma il gioco sta lì. Anche perché Gente Guasta ha dei punti di contatto evidenti con Otierre e contemporaneamente ha un po’ di ‘grezzezza’ in più, un po’ di aggressività in più, frutto di tutti gli stress che abbiamo vissuto dopo il cambiamento. Era quindi naturale darsi una nuova veste.”

Vez: “Aggressività che si ritrova anche nel disco nuovo appena uscito “La Grande Truffa Del Rap”, soprattutto se paragonato all’episodio precedente di “Dalla Sede”.”

Esa: “Aggressivo ma anche paranoico in almeno un paio di episodi. Anche più provocatorio sicuramente. Mentre il precedente era orientato verso il concetto di ‘costruire una nazione tutti sotto lo stesso groove’, e nonostante mi sia reso conto che con tutto quel lavoro e anche quello di Micsmen si era creata una nutrita schiera di fans della cosa, la situazione italiana era di gran lunga lontana dall’utopia della nazione sotto lo stesso groove. Più le cose andavano avanti, più apparivano ancora più evidenti le gelosie e le contraddizioni di tutta questa situazione. È un po’ il fatto di questo Hip Hop??!!”

Vez: “Sì, io mi riferivo a tutte le allusioni che di solito non mi fanno impazzire come ascoltatore, ma che qui hanno un po’ il sapore di un’autoanalisi: prendi ad esempio la tua citazione del fatto che si debba restituire all’Hip Hop quello che l’Hip Hop ti ha dato. E’ fortissima, profonda e al di là del problema su chi poi debba decidere il tuo debito ecc. ecc., mi sembra un bel concetto su cui riflettere.”

Esa: “È una roba che c’è in “Mondi Sotterranei”.”

Vez: “Tra l’altro bellissima l’atmosfera che si respira per tutto il pezzo, merito anche di una base particolarmente azzeccata.”

Esa. “Sì, è un beat prodotto da quel pazzo di Skizo, ma magari dei produttori ne parliamo dopo così facciamo un po’ di promozione al tutto. Dunque la rima dice esattamente: “Tutti prendono molti non restituiscono, così i più fieri colpiscono quando questi insistono”. E’ lo spirito proprio della difesa, tipico di questa cultura. Non si può scappare, nonostante questa sia una musica nata per intrattenere ma con anche tutta una cultura con dei suoi canoni, delle sue nozioni che la gente deve imparare. Ci sono molti dischi di riferimento a quanto detto utili anche per comprendere quando l’Hip Hop è fatto esclusivamente per andare nelle charts o come reale espressione. Non parlo solo di dischi ma anche video, film…c’è una marea di roba da sapere. Il background non è una cosa su cui si può sorvolare! Sinceramente credo sia giusto che questa faccenda del difensore dell’Hip Hop sia presa con la dovuta cautela, il continuo accusarsi fra gruppi può portare a perdere di vista il fatto di per se stesso di fare della musica.”

Vez: “Forse abbiamo tutti lavorato troppo tempo a sviluppare realtà singole troppo distanti tra loro?”

Esa: “Capita, inutile rigirare il coltello nella ferita, i continui scontri hanno alimentato la necessità di viversi la propria dimensione di Hip Hop soprattutto con gli amici e via.” 

Vez: “Una sorta di passaggio obbligato.”

Esa: “E’ un passaggio, ma credo sia ‘normale’. La vera constatazione è che il veleno in questi anni è andato aumentando anziché diminuire, forse tutti se ne sono accorti.” 

Vez: “Mi chiedevo allora quale fosse la soluzione, anche se credo onestamente sia impossibile esca da questa nostra chiacchierata.”

Esa: “Infatti, io mi sono ritrovato ad una certa età a riflettere sulla continua mancanza di gratificazioni e sull’energia scaturita dalla passione che ancora muove tante persone. Non so se c’è una soluzione, ma penso di poter dare un consiglio a tutti dicendo loro di tenere come oro i legami nati da questa esperienza e di non stare a cercare troppe connection perché poi sarà impossibile mantenerle. Nel pezzo “Be Careful” con Dominicano dico infatti “troppe porte aperte e ci si perde”, a posteriori, anche se posso sembrare la persona più sbagliata a parlarne, consiglio di non sacrificare mai i propri rapporti personali per la propria crescita artistica, non serve a un cazzo.”

Vez: “Il problema si amplia quando c’è un business reale da gestire.”

Esa: “Credo si debba dare una bella riguardata a tutta la faccenda del business. Nel rap sicuramente la questione è più presente, nella danza e nel writing lì trovi persone che fanno l’Hip Hop al di fuori di ogni probabile possibilità di business.” 

Vez: “Sicuramente la parte musicale ha molte più opportunità.”

Esa: “Esatto. Fare l’mc fornisce molte opportunità…” 

Vez: “Tranne quella di farsi le fighe, sempre latitanti nell’ambiente.”

Esa: “No, guarda che ultimamente si avvicinano un sacco di ragazzetti e ragazzette, certo non è una cosa della nostra generazione. Ora come ora il battere delle casse e dei rullanti dei campionatori sta cominciando a far ballare un sacco di signorine. Poi gli mc con un sacco di donne fanno parte della tradizione.” 

Vez: “E questo placherebbe molti gli animi.”

Esa: “Dici?! Venite signorine copiose agli eventi, quando ci sono. La festa senza signorine non ha nessun senso. Per quanto riguarda gli artisti è meglio che frequentino le jam sempre attrezzati con le migliori tecniche sempre pronti ad elevare il tutto. Non andate agli eventi scazzati, cercate sempre la fotta per fare la differenza. La provocazione del “La Grande Truffa Del Rap” sta in questo infatti. Essendo un business che permette di accedere ad un tot di cose, spesso e volentieri il rap anziché procedere rischia di fossilizzarsi ed adeguarsi solamente alle necessità di mercato. Ogni volta che fai un disco ti ritrovi spesso a fare i conti con questa non-conoscenza del settore.”

Vez: “Forse è che i grandi numeri non riconoscono la qualità.”

Esa: ” Dici la qualità dell’Hip Hop?” 

Vez: “La qualità artistica intendo, spesso quello che vende non rispecchia i reali canoni artistici del genere che rappresenta. Forse anche in America è così, guarda Will Smith ecc. ecc…”

Esa: “Si tratta di gestire la propria ditta, magari rinunciando ad elevare il livello. Non è comunque solo una questione riguardante lo stile, anche se questo è un bel campo nel quale confrontarsi. Diciamo che a parte qualche raro caso non stiamo comunque parlando di gente con verità esclusive ed assolute da comunicare, anzi spesso e volentieri gli argomenti sono comuni tra tutti e la vera differenza non sta in quello che dici, ma  come lo dici. In generale potrei dire che non è questo il momento dell’Hip Hop dai grossi contenuti in Italia. O per lo meno questa è un po’ la mia visione allo stato attuale delle cose, spero di venire smentito al più presto.” 

Vez: “Sicuramente se parliamo di contenuti universali. Io credo ci siano invece molte persone capaci di scrivere bene e far comunque riflettere e tu sei uno di quelli. Artisti in grado di avere stile e contenuto.”

Esa: “Sicuramente ora c’è la necessità di riconoscersi attraverso una comunicazione in gergo che sicuramente limita l’ambito degli interessati ai soli addetti ai lavori. È comunque un grosso punto di forza e di appartenenza che caratterizza tutta la penisola. È un po’ quello che ti distingue dagli altri nel momento in cui ti sei deciso ad uscire allo scoperto o sei stato flashato da questa passione. Ora molta gente ritrova la propria identità in questo. Pensa alla gente che si spara un sacco di kilometri per ritrovarsi a sentire dischi, fumare, disegnare… senza che per forza si parli di convention e/o festa. Sono due facce della stessa medaglia.”

Vez: “Sì, ti escludi dalla massa per avere comunque un’identità nel piccolo branco.”

Esa: “Un sacco di gente stacca la spina dalla routine quotidiana grazie all’Hip Hop. Sentendosi così una persona più costruttiva… ovviamente parliamo di alcuni.”

Vez: “Beh certo, anche l’Hip Hop è fatto di persone e come tale non siamo mica tutti bravi, buoni, belli e via via.”

Esa: “L’Hip Hop è nato per dare una spinta alla gente, se te sei uno peso, il tuo modo di porti nei confronti della cultura sarà appunto quello. Non mascheriamo il tutto con il buonismo, molti sono dei rude-boy. L’ambito è spesso cattivo, c’è diffidenza, competitività, voglia di emergere.”

Vez: “Contraddizioni alimentate anche da una certa frenesia, forse abbiamo corso tutti troppo.”

Esa: “Se ti riferisci alla carriera artistica di alcuni di noi, ti dirò che spesso si tratta di meteore. I miei scaffali sono pieni di dischi di gente con carriere lampo. Anche molti che mi hanno ispirato come Ed Og o Dres (dei Black Sheep) che uscivano nel periodo in cui ero anch’io diventato attivo nell’ambito e non più solo spettatore… figura comunque da non sottovalutare nell’Hip Hop (lo spettatore appunto).”

Vez: “Anzi averne sempre di più non sarebbe niente male.”

Esa: “Esatto. Comunque molti dei personaggi di prima fanno le loro cose magari senza particolari clamori ma con dignità e capacità. Un po’ come mi sento di fare io in questo momento. Non per l’età, credo di essere in uno stato di mezzo, ma anche per la continua nascita di molti artisti emergenti capaci che non seguono solo la parte più esteriore della faccenda, ma danno anche nuovi e reali stimoli.” 

Vez: “Ti senti diventato un punto di riferimento?”

Esa: “Ecco vorrei approfittare di questa pubblica occasione per dire a tutti di non seguirci perché ci siamo persi.”

Vez: “Intendevo in senso artistico.”

Esa: “Lo studio di alcuni riferimenti è un passaggio che può aiutarti a scoprire il tuo punto di forza. E’ un passaggio che molti hanno già fatto e ora ci sono molti ottimi artisti con grosse individualità. Ora grazie alle nuove tecnologie tutto è diventato più accessibile è le realtà si moltiplicano. Io viaggio molto e ci sono grosse innovazioni in giro. Comunque è un po’ ora di parlare del disco.”

Vez: “Sì, ma ci sono altri argomenti nel disco?”

Esa: “Non ci sono altro che visioni guaste del panorama attuale. Tutte le rime mie e di Polare riflettono le questioni che ci siamo posti in questo viaggio, continuamente affiancati da molti amici che hanno portato nuove energie e spunti. In apertura con gli Uomini Di Mare ci chiediamo appunto chi è il migliore mc e quali sono i canoni per poterlo riconoscere. E’ uno degli spunti della ‘grande truffa’. Il titolo dell’album riprende direttamente il titolo di un disco dei Sex Pistols (“La Grande Truffa Del Rock’n Roll”, ndr). Il rap ha sempre avuto molti punti di contatto con il punk, proprio per il fatto di essere una musica non esattamente basata sulla tecnica di veri musicisti, ma sull’energia legata all’estrema necessità di voler comunicare con i mezzi a disposizione. Molto spesso in maniera non canonica e con uno spirito rivoluzionario. Tant’è che nel disco nostro puoi trovare molti aspetti differenti e contrapposti. Ci trovi un pezzo fatto solo con i piatti (“Tappa Dopo Tappa” suonata da dj Inesha) e rappato da Polare…”

Vez: “Infatti molti si chiederanno come mai non c’è nell’album un tuo pezzo solista, forse se ne dispiaceranno.”

Esa: “Sa,i io ho seguito un po’ di più la parte delle produzioni musicali e poi abbiamo pensato di dividerci le varie tracce. In realtà non siamo quasi mai da soli ci sono molti featuring. Alla fine ci ritrovavamo spesso a casa nostra con un sacco di gente senza avere al di fuori della musica nient’altro di interessante da fare.” 

Vez: “Sempre tornando al discorso delle connessioni reali di cui parlavamo prima.”

Esa: “Sì, guarda il link importante che abbiamo con i ragazzi della Germania: Torch, Zulu Sound System, Toni L e Boulevard Bou. Torch, ex-writer, Zulu King, sicura scoperta l’anno prossimo come mc, è anche un buon produttore. E’ una persona innovativa, molto aperta che mi ha aiutato a considerare molte questioni importanti relative a questa malattia dell’Hip Hop che spesso ti fa perdere il punto di vista reale sulla vita. Lui è presente in due pezzi (“L’Originale Trasmissione Della Rovina” e “I Due Emisferi”) e in uno ci sono anche i Koolizm addirittura dall’Australia.”

Vez: “Sicuramente in una delle partecipazioni meno canoniche dell’intero disco.”

Esa: “Sì, direi che ce ne siamo proprio battuti il cazzo in sto’ disco. Ci siamo levati un sacco di sfizi e anche il suono del disco spesso è così grezzo da ricordare proprio le autoproduzioni. Abbiamo mirato spesso più alla sostanza che alla forma. Questo perché in principio lo stesso disco non era stato pensato per una distribuzione ufficiale, poi ora se ne occupa la V2 e sicuramente qualche cristiano lo troverà più facilmente. Il disco esce comunque con la Niente X Niente, l’etichetta de La Pina, diciamo l’ennesimo esperimento di piccola etichetta Hip Hop. Ne approfitto per augurare a tutte queste piccole realtà un futuro prospero, anche perché mi sembra che siano le uniche a poter garantire particolare appoggio organizzativo all’artista.”

Vez: “Magari auguriamo a tutti di poter crescere e cominciare a fare la differenza.”

Esa: “Sono certo che il 2000 sarà l’anno della verità. Vedremo sicuramente i primi risultati.”

Vez: “Sicuro?”

Esa: “Sì, sì. Boh, staremo a vederne l’efficacia. In Italia in fondo ci ritroviamo a combattere la musica leggera, guerra neanche poi così facile con tutte le questioni annesse. Dai miei giri per l’Europa ho scoperto come il mercato discografico italiano sia tra i più indomabili. In più noi ci aggiriamo nei meandri di questo mercato un po’ come dei rinnegati, più che avere un’influenza su di esso ci limitiamo a guastarne qualche meccanismo.”

Vez: “Sai quindi di non andare a sfiorare le 50.000 copie con quest’album.”

Esa: “Il nostro è un disco di Hip Hop e per certi versi neanche tanto canonico. Ci sono episodi magari in grado di accontentare più tutti, ma già il fatto di essere stato concepito molto liberamente attraverso gli incontri con le persone che passavano da casa, ti dà un’idea di come possa suonare il tutto. Sono le varie collaborazioni uno dei motori di questo disco. Con Next per esempio abbiamo lavorato a tre tracce passando un po’ di tempo insieme ed è stata un’ottima esperienza. Siamo stati a casa sua, nel suo studio. Era una bella situazione, abbiamo parlato molto e di tutto, visto films, video, ascoltato un sacco di buona musica, si è anche cazzeggiato ed è servito a tirare fuori un paio di gemme per il disco.”

Vez: “Io credo fermamente che il potersi incontrare e poter dialogare sia un’ottima formula per confrontarsi e crescere.”

Esa: “Assolutamente. Noi con tutti quelli con cui abbiamo lavorato abbiamo sviluppato un ottimo feeling. Sono tutte persone che ammiriamo dal più giovane al più anziano. In loro abbiamo riconosciuto diciamo un qualcosa in più rispetto a quello che mediamente abbiamo trovato in giro. Va detto che però mancano molti che avremmo voluto avere, anche perché un album triplo non si poteva fare e poi forse tutti criticheranno la presenza di così tanti ospiti.”

Vez: “Personalmente mi sembra che usciate molto voi due come protagonisti del lavoro.”

Esa: “Meno male. Noi in realtà non siamo stati a fare gran calcoli. La gente arrivava lì con idee ed entusiasmo e buttava tutto dentro il nostro progetto. Guarda il caso del Rome Zoo, sono piombati tutti a casa dopo un concerto in Veneto e in una giornata ci siamo sparati ‘sta jam di sette minuti su una base fatta molto tempo prima con Bou. Il risultato forse non avrà una classica struttura di canzone ma ha tutto lo spirito tipico della jam Hip Hop. Lo stesso vale per i pezzi con i membri della Souterrain. C’è un bellissimo episodio che si chiama “Missionari, Visionari, Milionari” su una base di Next con un featuring di Rival e una bella strofa di Rae, famoso come writer ma anche un’ottima sorpresa nel rap. Lui ha portato quell’intensità reale e cruda che solo un certo tipo di vissuto può tradurre in rima, lo stesso per Rival e il tutto si fonde perfettamente alla base di Maurizio. Ci sono anche Defi-J e Pitcho dal Belgio. Con il primo in “Programmati Per Uccidere” abbiamo affrontato, in maniera completamente delirante, l’eterno dilemma che c’è tra il mantenere una direzione positiva e ricercare una propria elevazione con la realtà e i cazzi della vita di tutti i giorni.”

Vez: “C’è infatti molto della vostra quotidianità in questo album. 

Esa: “Me lo auguro, è comunque una visione guasta, per cui non so quanta gente si vorrà avvicinare.”

Vez: “Non è un disco solare e propositivo, però mi ha stupito favorevolmente il fatto che questo lavoro sembri segnare una sorta di ipotetico capolinea con alcune argomentazioni e certi disagi.”

Esa: “Non c’è in realtà tutto questo calcolo dietro i brani del disco, siamo stati molto più istintivi in tutto questo. Forse il mood di partenza era quello. C’è un solo pezzo che può sembrare più leggero (“Soul, Soul, Soul!… Io Lo So”) con un testo però sincero e neanche poi così accomodante, una specie di cinque che volevamo dare alla gente che crede in questo, ci mette il cuore e rima dopo rima, pezzo dopo pezzo aggiunge un tassello alla faccenda.”

Vez: “Mi sembra fortemente presente la figura di Alien Army, visto che li abbiamo accennati anche prima.”

Esa: “C’è stato un forte appoggio da parte di Skizo, Inesha e Alien Army, spesso mi sono ritrovato a seguire la fotta e l’aggressività con cui questi personaggi studiano la tecnica dello scratch per continuare ad evolverla ed è stato sovente uno degli stimoli più grossi per continuare, più ancora che l’ascolto dell’ultimo disco di rap in circolazione. Skizo ha saputo dipingere scenari pesi con basi molto emotive e con uno stile che ormai lo caratterizza. Era naturale che rientrasse nel progetto visto che con lui si era già lavorato a due album di breakbeat che stanno spopolando nel giro dei turntablist. Sembra che molta gente si fossilizzi negli standard stabiliti e non ricerchi una propria originalità. Credo si debba sempre tenere presente che la sfida più pesa, più importante è quella con se stessi, dimostrare a se stessi di essere ancora in grado di progredire.”

Vez: “C’è bisogno di una forte maturità per poter fare questo e forse quindici anni non bastano.”

Esa: “In un certo senso è vero anche questo anche se adesso mi sembra che si debba crescere sempre più velocemente. Noi comunque un po’ di incoscienza infantile l’abbiamo sempre mantenuta, anche per continuare a sentirci creativi, però chiaramente vengono richieste sempre più prese di posizione e bisogna affrontare diverse responsabilità. Io spero comunque che non abbiamo perso la grinta, quella che di solito caratterizza i primi lavori di certi artisti. In molti episodi (“Chi E’ Il Pagliaccio”, “La Grande Truffa”) mi sono ritrovato a sfogarmi rispetto a certe domande classiche della crescita di un uomo e verso le quali ancora non ho delle risposte. Questo ruolo poi di parlatore pubblico mi ha portato ad affrontare un sacco di problemi e da lì sono nate le critiche più o meno velate del disco, le provocazioni anche scomode verso le quali nessuno di noi se l’è più sentita di continuare a fare buon viso a cattivo gioco.”

Vez: “Dobbiamo concludere: dimmi qualcosa del pezzo conclusivo, “Il Combo”, con Sean, visto che ci abbiamo lavorato insieme alcuni anni fa.”

Esa: “Questo è uno dei tanti master del disastro che avevamo nel cassetto e che non avevano ancora visto la luce. Pur essendo un ruff-mix del ’97 mi sembra che dia qualche serio calcio in culo anche adesso. Con Polare, Sean e Inesha siamo un collettivo a delinquere da un paio d’anni e dovevamo averceli per forza nel disco. Poi la tua base è ottima… Per finire volevo approfittare per salutare Falco e Tommaso Feraboli per la realizzazione del video-culto di “Lotta Armata” e i ragazzi di Workin’ Class che si stanno occupando del nostro sito web, fateci un salto: www.otierre.it”