Di Beat 1
AL 43 febbraio 2000

Mi risulta difficile scrivere un’intro ‘neutrale’ per Urban Force. Non posso nascondere, infatti, che sono in Italia il gruppo che cito quando parlo di ‘vere teste Hip Hop’, b-boy con una grande dedizione per la cultura della doppia H nella sua totalità e degli amici. La crew è composta da tre elementi: Tim, Naish e Serio. Non sono riuscito ad incontrare quest’ultimo, al quale ho intenzione di dedicare un’intervista al più presto.

>Puntate al professionismo?

UF: “Da parte nostra cerchiamo sempre di proporci nel migliore dei modi, tutto viene studiato attentamente per far sì che qualsiasi cosa dobbiamo fare, dalla stampa di una t-shirt alla preparazione di una coreografia, sia innovativa e ad un livello superiore. Poi vedi, anche se rimane in primo luogo un divertimento, una passione, il confrontarsi con una realtà come quella del Rome Zoo, con i suoi concerti live, ci obbliga ad essere professionali; porti uno show in giro: devi regalare uno spettacolo alla gente. Questo ti spinge velocemente a responsabilizzarti, ad avere una mentalità da artista. Certo puoi anche ballare per un amico, sarà sempre un piacere, ma sai sempre quanto vali se vieni chiamato per la realizzazione di progetti quali video, film o serate; è una questione di mentalità, è ora di dare dignità e giusto riconoscimento al breakin’ e ai b-boys.”

>Andate spesso a party all’estero: perché è importante muoversi ed andare alle jam?

TIM: “Perché penso sia fondamentale il confronto con altre persone, anche non appartenenti all’Hip Hop, scambiarsi idee ed esperienze non fa che accrescere il proprio bagaglio culturale. Anche se la cultura è una sola, ci sono diversi modi di interpretarla ed esprimerla. Entrando in contatto con gli altri, ci si può arricchire. Anche inconsapevolmente può capitare di trovarsi ad un party (o dovunque), dove credi che tutti siano inferiori a te o in una festa scrausa; ma in realtà quegli eventi ti rimarranno dentro e ti serviranno prima o poi… magari come esempio negativo, ma è sempre un esempio. Contemporaneamente tu puoi dare qualcosa alle persone con le quali condividi questa passione e questo stile di vita, ma che vivono in città e paesi diversi. Spostandoti puoi allargare i tuoi orizzonti, frequentare anche artisti non solo legati specificatamente al breaking, ma che si esprimono attraverso altre forme diverse dal ballo.”

NAISH: “Perché vedi il livello che c’è in giro, ti confronti con gli altri, fai esperienze, conosci altra gente, ti rendi conto dei vari stili, se ci sono nuove strade da percorrere, su cosa puntare per emergere. Ci possono essere 1000 motivi per andare alle jam, ci può essere solo un motivo economico per non andarci.”

>Quale deve essere lo spirito del vero b-boy?

UF: “Non pensiamo che ci debba essere un particolare spirito che contraddistingua il vero b-boy. Ognuno ha dentro di sé il giusto spirito che rispecchierà la propria personalità e stato d’animo. Tocca al b-boy tirarlo fuori senza finzioni, credendo in quello che fa, senza nascondersi dietro maschere cercando di essere quello o quell’altro, ma rimanendo se stesso e dando il proprio contributo.”

Preferite una move tecnicamente pulita o un movimento più aggressivo anche se più sporco?

NAISH: “Basta che quando balli comunichi qualcosa, regali delle emozioni.”

>La scena romana di breaking e Hip Hop in generale?

NAISH: “Bisogna dire che per quanto riguarda il breaking in questi ultimi due anni la scena è cresciuta molto in quantità, c’è qualcuno che viene su bene, parecchi ragazzi si allenano tutti i giorni, ballano alle feste, incominciano a girare, si vede ancora poco ballo, ma non è male e c’è gente che sta prendendo la mentalità giusta. L’unica cosa che vedo negativamente è quest’aria di cazzeggio che molte volte ho notato quando ci si allena; magari per loro che hanno 15-17 anni va bene, ma a me non è che vada molto ascoltare le prese per il culo a chi sta iniziando adesso da parte di qualcuno che sta lì magari solo a guardare. Sarà che quando ho iniziato eravamo in 7-8 e tutti che ci credevamo, ora magari su 50 trovi sempre quei 10-20 che non c’entrano niente.”

>Hip Hop e centri sociali: c’è connessione?

NAISH: “Sicuramente il centro sociale è stato un punto di partenza per incominciare ad organizzare jam, feste e per trovare uno spazio per allenarci. Insomma ha aiutato la crescita di qualcosa che poi è anche uscito dal centro sociale arrivando ad un altro target di persone. Quindi penso che ci sia stata una connessione; il centro ci ha dato uno spazio e noi lo abbiamo fatto divenire di volta in volta un evento, un corso di b-boying o solo un luogo di incontro.”

>Eravate tra i più grandi amici di Crash Kid. Ho visto molta gente in questi ultimi due anni proclamare due minuti di silenzio per Massimo, poi 1, poi 30 secondi… ora niente, il dimenticatoio. Personalmente, so che Massimo aveva dei nemici, ma tutto ad un tratto tutti erano diventati suoi grandi amici che lo ricordavano. Cosa ne pensate?

NAISH: “Appena dopo la morte di Massimo c’è stata, almeno qui a Roma, una corsa a proclamarsi: ‘io ero amico di CRASH’, ‘io ho passato gli ultimi sei mesi insieme a lui’, ‘io lo capivo’, tutte cose di questo genere, tutte stronzate; i veri amici sono stati in silenzio. Se hanno parlato, lo hanno fatto con i giusti toni come la situazione richiedeva. Molti si sono sentiti di ergersi a grandi amici, di giudicare, di dire. Quello che sentivamo per Massimo è uguale ora come due anni fa. Ora che il frastuono è passato sembra che molti si siano già scordati di tutto, è per questo che solo adesso stiamo progettando di creare un evento per ricordare il suo messaggio.”

>Pochi b-boy ballano sul rap new school. Alcuni pensano che i bpm del rap non siano adatti alle velocità del breaking, altri pensano che l’old school ci abbia esasperato. Come la vedete?

NAISH: “La velocità del breaking, sembra che tutti debbano schizzare, fare movimenti rapidi. Io ballo, cerco di seguire la musica, questa non ti deve mica dare la carica. Ballare solo con un tipo di musica può essere una scelta rispettabilissima, ma francamente è abbastanza limitante, con tutta la musica nuova che esce e quella funky e soul da riscoprire. E poi vuoi mettere l’inspirazione che ti dà ascoltare un brano inedito con delle sonorità nuove…”

>Una domanda d’obbligo. Cosa vuol dire essere del Rome Zoo? 

TIM: “Prima di spiegare perché faccio parte del Rome Zoo, vi spiego un paio di cose al riguardo. In primo luogo c’è da dire che il Rome Zoo nasce dalla volontà di alcune persone che ci sono da parecchi anni sulla scena e portano avanti a Roma e in Italia l’Hip Hop ad un livello professionale. Fra questi ci sono i migliori mc di Roma e non solo Colle Der Fomento (Masito, Danno, Ice One e Baro), Rome Zoo All Stars (Cina, Sparo e Gufo) e le Scimmie Del Deserto (Misho e Featz), i patiti del turntablism (Dj Stile e Dj Baro), i writers più agguerriti (MT2, TRV e ZTK) e noi Urban Force (Tim, Serio e Naish). Cosa facciamo? Semplice, siamo dediti al 100% (24 ore su 24, 7 giorni su 7) a ciò che ci ha fatto crescere e che ci ha sempre divertito: l’Hip Hop. Non aggiungo che ci ha unito perché questa è la nostra peculiarità. Ciò che ci unisce è l’amicizia a prescindere da ogni altra cosa. Infatti siamo cresciuti tutti insieme e dando per scontato che il rap era la musica preferita di tutti noi, quindi una passione che inevitabilmente ci ha accomunato. Mi sento di dire che a volte l’Hip Hop ci ha decimato. Siamo partiti (mi ricordo i tempi del Flaminio…) che eravamo una crew enorme, ma con il passare del tempo chi non ha fatto sua questa filosofia di vita o chi ha deviato per altri motivi, è uscito dai binari che partono da Roma e arrivano al Rome Zoo. Ecco perché mi trovo a far parte del Rome Zoo, un po’ per amicizia, un po’ perché selezionati dalla forza della natura, i più capaci e i più caparbi si ritrovano a comporre il nucleo attuale della formazione e a supportare il vero Hip Hop.”

>Un messaggio ai lettori di AL?

UF: “Se volete mettervi in contatto con noi scriveteci urban-force@jumpy.it”

>Cosa significa URBAN FORCE?

TIM: “Stile.”

>Ci sono delle cose che rimpiangete?

NAISH: “Da parte mia il fatto che si stava progettando di costruire qualcosa di importante insieme a Massimo (Crash Kid), ma il destino ha interrotto questa realtà.”